Non ho mai fatto mistero della mia passione per il Natale.
Diciamo che ho un debole per le feste in generale, nessuna esclusa – ma il
Natale ha qualcosa in più. Quella magia, quel calore, quei preparativi lunghi,
quel senso di sorpresa e stupore. Quel profumo di casa, di bimbi, di emozione.
E così mi ritrovo quest’anno a scoprire il Natale ai tempi della scuola materna. Roba di mercatini, di muffin preparati di corsa di sera pur di portare qualcosa, di canzoni su renne con il nasone sempre rosso che verranno (in teoria) cantate da Gnoma e classe nella sua prima “recita”, roba di cene di classe, e di letterine di Babbo Natale che iniziano a risentire di influssi di compagni, amici, pubblicità varie.
E così mi ritrovo a chiedermi perché ci sono così poche luminarie, così poca atmosfera in giro. Forse è la crisi. Forse devo aspettare settimana prossima. Ma io imperterrita ho già fatto l’Albero, canticchiando “tu scendi dalle stelle” con la Gnoma, mentre santo C. portava su e giù dalla cantina addobbi e ciarpame vario.
E così mi ritrovo a pensare alle vacanze, fantasticando ad occhi aperti. Mi ritrovo ad emozionarmi solo all’idea di trovare il regalo giusto da mettere sotto l’albero, all’immagine della Gnoma il 25 mattina che correrà a vedere cosa trova.
E mi ritrovo come sempre pronta a fare di tutto perché la Gnoma possa imparare e godere di quella magia speciale che si crea quando gli adulti si coalizzano per sostenere un sogno, quando l’obiettivo comune è un sorriso e uno stupore, quando l’unica cosa che davvero conta è lo sguardo di una bimba, il suo cuore pulito, la sua fiducia serena. Quando succede qualcosa di così bello, che la cosa che ti auguri di più è che non sia limitata ad una data sul calendario. Per nessuno.
E così mi ritrovo quest’anno a scoprire il Natale ai tempi della scuola materna. Roba di mercatini, di muffin preparati di corsa di sera pur di portare qualcosa, di canzoni su renne con il nasone sempre rosso che verranno (in teoria) cantate da Gnoma e classe nella sua prima “recita”, roba di cene di classe, e di letterine di Babbo Natale che iniziano a risentire di influssi di compagni, amici, pubblicità varie.
E così mi ritrovo a chiedermi perché ci sono così poche luminarie, così poca atmosfera in giro. Forse è la crisi. Forse devo aspettare settimana prossima. Ma io imperterrita ho già fatto l’Albero, canticchiando “tu scendi dalle stelle” con la Gnoma, mentre santo C. portava su e giù dalla cantina addobbi e ciarpame vario.
E così mi ritrovo a pensare alle vacanze, fantasticando ad occhi aperti. Mi ritrovo ad emozionarmi solo all’idea di trovare il regalo giusto da mettere sotto l’albero, all’immagine della Gnoma il 25 mattina che correrà a vedere cosa trova.
E mi ritrovo come sempre pronta a fare di tutto perché la Gnoma possa imparare e godere di quella magia speciale che si crea quando gli adulti si coalizzano per sostenere un sogno, quando l’obiettivo comune è un sorriso e uno stupore, quando l’unica cosa che davvero conta è lo sguardo di una bimba, il suo cuore pulito, la sua fiducia serena. Quando succede qualcosa di così bello, che la cosa che ti auguri di più è che non sia limitata ad una data sul calendario. Per nessuno.
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| Il nostro Albero di Natale |
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| Muffin pro Mercatino. So proud! |
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