Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

1/31/2012

Ogni volta

Ogni volta che parto per lavoro,
Ogni volta che mi allontano per più di 24 ore da sola, senza Gnoma,
Ogni santissima volta vengo risucchiata in una centrifuga di emozioni, ansie e paranoie i cui dettagli evito solo per cercare di mantenere un minimo di dignità. E per fortuna stavolta è solo una notte fuori. Si, mi continuo a ripetere che almeno dormirò una notte tranquilla, con pasti serviti riveriti e pure rimborsati, ma poi quando arriva il momento di fare la valigia il mio cuore instabile dà prova del suo vigore e della sua fantasia.
Non so se c'è una cura. Se passerà col tempo, se crescendo lei imparerò anche io. Forse dipende solo dal fatto che è un periodo lavorativo complesso e non particolarmente piacevole per cui mi pesa di più.
Di sicuro però la nevicata la sera prima di partire e l'allerta meteo non aiutano.
No, non aiutano affatto.
(a meno che la nevicata non impedisca la trasferta in oggetto che sarebbe poi la soluzione migliore!!)


Ecco, l'ho detto. Sono una mamma chioccia della peggior specie travestita da lavoratrice dello sbrilluccicante mondo fashion.
Aiutatemi!

Still snowing

1/29/2012

MOMMYPEDIA

Istruzioni per l'uso!

Non ho la pretesa di spiegare, dare consigli medici, o soluzioni infallibili. Per questo dovete rivolgervi a pediatri, specialisti o Tate Lucie.
Vorrei solo raccogliere in un unica pagina le esperienze e il vissuto di quante più mamme possibili. Prima di tutto perchè credo che sia un tesoro inestimabile, e sono certa che condividere i propri problemi e le proprie personalissime soluzioni sia il modo migliore per non sentirsi sole e allo stesso tempo trovare il proprio inimitabile sistema per risolvere qualcuno tra i mille ostacoli dell'essere mamma: nanne, pappe, pannolini, capricci, solitudine, nervosismo, coppia, lavoro, nonni, suoceri, asili, malattie, gravidanza, peso, eccetera eccetera. Come in tutte le cose, anche il solo parlarne aiuta, ma niente è meglio di parlarne (o scriverne) con chi naviga nella tua stessa barca.
Poi, vivendo a Milano, mi rendo conto di quanto sia difficile incontrare altre mamme, conoscersi, raccontarsi, e quando ero una neomamma giravo per le strade anelando ad un sorriso complice, una pacca sulla spalla, un qualsiasi cenno di appartenenza.
Questo è il mio piccolo tentativo di far sentire quel senso di non-solitudine, quel "ce la puoi fare", quel "passerà" che mi è mancato e che invece vorrei regalare a tutte quelle mamme che passeranno di qua.


Mommypedia ha come base fondamentale la PARTECIPAZIONE, quindi se avete voglia di condividere con me e con tutti le vostre esperienze, queste sono le modalità:


PER ARRICCHIRE MOMMYPEDIA:
- mandatemi una mail con il testo che volete pubblicare - trovate l'indirizzo nel mio profilo. Se volete che il vostro nome abbia il link al vostro blog, scrivetemelo. Mi occuperò io poi di inserire il tag dell'argomento trattato (per esempio nanna, svezzamento, ecc.). Qui a destra trovate un banner con un codice che potete copiare e incollare sul vostro blog e che linka direttamente alla pagina di Mommypedia.


PER FAR CONOSCERE MOMMYPEDIA:
- condividete questa pagina su facebook, mandatela via mail, parlatene! E se ne volete parlare su twitter, non dimenticatevi l'hashtag #mommypedia!


Spero che insieme riusciremo a creare un diario che renda le nostre competenze mammiche un tesoro diponibile a tutti, sempre, e che allo stesso tempo ricordi anche a noi quello che eravamo e che siamo!


Qui di seguito le prime voci, appena riuscirò darò anche una veste grafica adeguata!!




A


Addormentamento.

Cappuccio e Cornetto: è cosi. Mia figlia si addormenta con i miei capelli. Da quando ha tre mesi, cioè praticamente da quando usa le mani. Inizialmente in maniera soft, poi tirando e mandando ai matti me e al cestino le bambole con cui ho cercato di sostituirmi.  Il picco di snervo e crollo di tutte le certezze è stato quando, fissata sulla teoria di doverla addormentare nel suo lettino, mi ritrovavo piegata a sandwich mentre lei si allungava verso i miei capelli manco fossimo ad uno spettacolo dei Momix. Al momento, con Gnoma duenne, abbiamo trovato un compromesso dignitoso: lei si accarezza i suoi, quando ha bisogno di extracoccole si avvicina e chiede i miei capelli, e la addormento leggendo una favola insieme sul lettone, mentre lei intorta il suo ditino tra i miei capelli e ci rilassiamo insieme. Si lo so, dovrebbe addormentarsi da sola, ecc. ecc. Ma è il nostro momento di decompressione, di coccola, di esclusività. Passa attraverso questo, e per ora non ho intenzione di cambiarlo. Anche perché non ho voglia né di farmi venire un colpo della strega, né di tramutare il suo addormentamento in una lotta estenuante. Non ce lo meritiamo.

BimbiUniverse: La Pupa da quando è nata si addormenta solo con me e rigorosamente attaccata alla "Titti" (penso sia chiaro a cosa si riferisce, vero?).
E questo penso sia un atteggiamento comune a molti bambini ( magari non a 2 anni e qualche mese.....) la caratteristica della Pupa invece è quella di aver sviluppato nel corso della sua crescita un attaccamento morboso al mio ombelico o in gergo pupesco 'chico'.
Allora passi per la Titti, che spero di riuscire a toglierle quanto prima,(si ma che fatica! anzi se qualcuna ha un consiglio da darmi sono tutti ben accetti) ma il continuo rovistare dentro l'ombelico è una cosa che mi fa uscire di testa....e ho notato che più passa il tempo più le due cose vanno di pari passo anzi spesso prima il dito entra nel chico e solo dopo le sue labbra si attaccano alla Titti.
So di non essere un esempio da imitare ma questo le ho lasciato fare e ora ne pago le conseguenze! Ma è anche vero che quando torno a casa dal lavoro e mi sento come se un camion mi fosse passato sopra tutto questo rituale ci aiuta a ritrovarci e a rilassarci insieme.



Il Diaro di Millazu: Come racconto in un post, da qualche tempo la pupa fa fatica a dormire tutta la notte di fila, un pò lo stress per la prima elementare, un pò sarà il cambiamento, così spesso mi chiama e vuole venire nel mio letto o che io vada da lei. Alla fine si addormenta anche bene ma intanto il mio sonno e' interrotto e la mattina sono uno straccio. Allora ho escogitato un gioco: il gioco dei sogni. Appena andiamo a letto, dopo la favola di filastrocche.it o la puntata di Hillary, prima di chiudere gli occhi, elenchiamo 5 sogni a testa che ci piacerebbe fare: "che arrivi la primavera per fare un bel picnic in giardino", "fare in spiaggia un super castello di sabbia", "mangiare linguine con le capesante" ( questo e' il mio!). Il gioco sta funzionando, ogni tnto si sveglia ancora ma almeno non fa piu incubi.

Allattamento

Cappuccio e Cornetto: Non voglio dire cosa è meglio o cosa è peggio. Credo fermamente che una mamma serena sia l'unica discriminante valida sull'argomento, quindi se allatti al seno e stai diventando pazza e isterica, passa all'artificiale. Se tuo figlio non cresce e tu sei in ansia, passa all'artificiale. Se te lo dice la pediatra, fallo. Però.. Però se puoi, provaci. Tieni duro almeno per un po'. Il latte può metterci anche una settimana ad arrivare dopo il parto- e lo dico per esperienza, mi ci son voluti 6 giorni di colostro prima di vedere la Gnoma sazia di latte vero. E sarà una settimana pesantissima.  Non sempre i pupi si attaccano bene, ma a volte serve solo del tempo perché imparino. Quindi se puoi, provaci, ma provaci davvero, sul serio.. Perché ti regalerà dei momenti con tuo figlio esclusivi e magici, anche se ti costeranno fatica e alzate notturne. Perché farà bene a lui/lei, che gli fornisci un pacchetto di anticorpi che sarà utile alla sua salute e quindi risparmierà anche a te qualche tornata febbrile di cui ti assicuro farai volentieri a meno. Farà bene a te, che sembra che allattare protegga il seno da varie malattie. Sarà comodo per muoverti, sarà economico. Sarà speciale per tutti e due anche se all'inizio penserai al latte artificiale come alla soluzione a tutti i mali da cui sei esclusa. Ho allattato la Gnoma per sette mesi, ed è stato stancante, emozionante, naturale, appagante, gratificante. Ma vi prego, neo mamme, non siate talebane: sono personalmente certa che non è con come allattate vostro figlio che avrete la certezza di renderlo un essere umano sano, felice, sicuro di sé e capace di stare al mondo. Purtroppo il lavoro è dannatamente più complesso, estremamente più lungo e soprattutto privo di qualsiasi certezza.

Il diario di Millazu: "ho bevuto la tisana per 1 mese ma ho allattato 11 ;)". A tutte le mie amiche consiglio di bere tisana galega, la si trova in erboristeria, aiuta la produzione di latte.
se possibile iniziare a berla già in ospedale dopo il parto, funziona! tra l'altro, nel caso di coliche del bambino può essere decotta insieme a Melissa per evitare i suoi mal di pancia,
oppure finocchio  che dà al latte un buon sapore.


 

C


Cacca

Il diario di Millazu: so che molti usano pannolini lavabili, ma nel caso contrario consiglio Sangenic, un raccoglitore comodissimo e anche molto igenico per i pannolini sporchi. La mia bimba produceva una quantità spaventosa di cacca gialla puzzolente acida, direttamente proporzionale a quanto mangiava, del resto! poi se ci metti che è nata d'estate, con il caldo...il bagno sarebbe stato offlimits,
invece Sangenic trattiene gli odori.


 

Capelli

vd alla voce Addormentamento.



Capezzoli

Mamma Cì: consiglio di iniziare a metterre la crema apposta per ammorbidire il capezzolo per l'allattamento (si trova in farmacia) un mese prima del parto e metterla tutti i giorni per tutto il periodo dell'allattamento! vi ammorbidisce il capezzolo evitando le dolorose ragadi....

Il diario di Millazu: impaurita dai racconti della mia migliore amica che poverina aveva le tette sanguinanti a causa dell'allattamento, ho iniziato una mese prima del parto a usare Olio di Vea, che a detta dell'ostetrica che mi ha fatto il corso di preparazone al parto, è l'unica crema veramente efficace! in effetti, sarà stato per il tipo di capezzolo o forse fortuna ma la crema è stata molto efficace -anche la mia amica per le altre due gravidanze successive l'ha provata e non ha più avuto problemi! inoltre come scrivo anche sul diario, può essere ingerita dal bambino senza causargli alcun fastidio, perchè commestibile e totalmente insapore.




D


Diabete Gestazionale

Happy and Crazy Family: Non tutto il male vien per nuocere! Quando mi hanno diagnosticato il diabete gestazionale dopo l'apposito esame chiamato "curva glicemica"l'ho presa malissimo. Prima di tutto perchè ero preoccupata per la salute della mia piccola e poi perchè dovevo seguire una dieta molto rigida e fare i test in stick per controllare i livelli di glicemia (odio gli aghi!!). Qui in Toscana c'è un centro per diabetici veramente efficiente e le donne in gravidanza sono molto seguite con diete calcolate sul proprio problema e sulla propria alimentazione, io ad esempio sono vegetariana. Seguire questa dieta all'inizio è stata dura perchè io non mangio proprio bene. Successivamente però ho visto il lato positivo. Ho imparato a mangiare...bene! Prima di tutto ho capito che gli zuccheri sono ovunque e non solo nelle bibite e nelle merendine, ma anche nelle patate nella pizza nel pane!!! Ovunque!! Il risultato però è stato bellissimo, ho preso solo 7 kg in tutta la gravidanza e quando ho partorito non ho dovuto perdere nemmeno un grammo. Quando abbiamo partorito e siamo in balia di nuove emozioni, scosse dagli ormoni impazziti vi assicuro che non doversi preoccupare della linea aiuta e non poco! Quindi prima di disperarci guardiamo il lato positivo! Inoltre mi è servito anche adesso a distanza di quasi un anno per seguire un'alimentazione corretta.



N


Nanna

Cappuccio e Cornetto: La mia croce con la Gnoma: il dormire. Dal primo giorno, in cui ha deciso che avrebbe dormito solo su di me, come un canguretto, e io passavo le notti circondata dai cuscini semiseduta, al decimo, in cui siamo riusciti a passare alla culla. Poi l’allattamento, un paio di volte per notte, poi l’acqua, poi i denti, poi influenze e malattie, poi gli incubi, poi qualunque cosa. La Gnoma non è una dormigliona, non lo è mai stata. E la notte, quando va male già all’una chiede di venire nel lettone, e quando va bene tira fino alle albe o addirittura alla sveglia. Insomma, dipende. Noi abbiamo scelto di non passare per il metodo fatelananna, semplicemente perché non siamo fatti così. Sarebbe stata una tortura per tutti, una violenza sui nostri caratteri, e abbiamo deciso di cercare un equilibrio tra il suo sonno travagliato, il nostro bisogno di riposare e le nostre necessità di privacy. Non è sicuramente LA soluzione per tutti, questo è chiaro. Ma se siete come noi, allora solo una cosa mi sento di dirvi: vivetela serenamente. Troverete eserciti di genitori di bimbi che si addormentano da soli nel lettino anche se piangono e poi si svegliano dodici ore dopo solo al suono della banda di quartiere, e altrettanti eserciti di genitori devastati da bimbi che campeggiano nel lettone tutta la notte, calciando e tirando pugni. Dovete solo decidere dove piazzarvi voi, e viverla con serenità. Anche perché, e questo è il mio mantra, prima o poi dormiranno.

Il diario di Millazu: PataMilla non ha mai dormito nel mio letto! devo essere sincera, fortunatamente non  mi ha mai dato grossissimi problemi per la nanna ma mangiava come uno squalo, quindi il primo mese mangiava ogni due ore per quasi un'ora e la notte per me era impossibile dormire. Lei faceva 'nghe, io andavo nella sua cameretta, la prendevo, mi mettevo in poltrona, ciucciava per 45 minuti e poi la rimettevo giù gonfia di latte ma sperando che non si risvegliasse. Poi io tornavo a letto, ero distrutta, so che sarebbe stato più facile, ma non mollavo, nel mio letto NO! Per esperienza personale, uno dei motivi principali per cui il mostriciattolo si sveglia quando lo molli giù è la temperatura: tra le braccia sta bello caldo, ma quando lo metti nel lettino questo ha una temperatura diversa. Così ho cambiato il lettino tutto infiocchettato con un letto singolo con i paracolpi: in questo modo potevo sdraiarmi con lei, allattare sonnichiando e mollarla là senza che se ne accorgesse... Da quando ha un mese di vita pataMilla dorme in un letto singolo, ho comprato una spondina che si toglieva agilmente e poi foderato tutto con paracolpi morbidi.


P

Pancione

Mamma Cì: consiglio a tutte le future mamme di mettere olio alle mandorle naturale sul vostro pancione per evitare smagliature!!! inoltre quando la pancia inzia a pesare vi consiglio i mutandoni con la fascia, per niente sexy, ma molto utili a sostenere il peso! e per dopo il parto consiglio la fascia stretta per far rientrare la pancia il prima possibile!! Vecchi rimedi che con me hanno funzionato!! buona gravidanza a tutte!

Parto

Happy and Crazy Family: No, non vi racconterò storie idilliache o dell’orrore, voglio semplicemente dirvi che ogni parto è una storia a sè, una storia bellissima.
Che comunque vada, qualunque sia il tempo del vostro travaglio, chiunque avrete accanto nel momento della nascita…sarà un momento indimenticabile che vi accompagnerà ogni giorno della vostra vita. Affrontatelo senza paura, è il vostro momento, è una Vita che nasce.
E’ un miracolo senza tempo
.



Pianto

Mamma Cì: care future mamme e neo mamme, ci sono diversi tipi di pianto e imparerete a conoscerli molto presto a son di farvi stimpanare dalle dolci e basse urla dei vostri piccoli e adorabili cuccioli appena arrivati! Vi avverto: non esistono cure, medicine o magie per farli smettere...le uniche cose che funzionano sono 2: il ciuccio e il vostro amore! ecco qui i diversi tipi:
1) pianto di dolore= quando hanno le coliche, quando si fanno male, quando hanno mal di gola o orecchie: questo è il pianto più straziante perchè non potete fare nulla per farli stare bene nell'immediato, potete solo abbracciarli con tutto il vostro amore e cullarli e rassicurarli
2) pianto di fame= qui è facile, infilategli in bocca biberon, tetta o pappa e tutto passerà...
3) pianto di noia= qui ve la potete cavare mostrandogli qualcosa di divertente, diverso e nuovo..se non avete nulla e siete disperate e non sapete cosa fare potete ricorrere a un cartone animato o all'iphone (il nuovo tato ultima moda)
4) pianto di bizza= qui metterete alla prova tutta la vostra pazienza...il consiglio è non dargliele vinte, lasciateli piangere..anche se si buttano in terra battendo i piedi!
IN BOCCA AL LUPO!


S


Sicurezza neonati
Mamma Cì: io consiglio a tutte le future e neomamme di comprare il Nanny Baby Breathing Monitor che è un tappetino che sente il respiro e i movimenti del neonato avvertendoti con un allarme se questo smette di respirare per qualche secondo. è molto utile contro la SIDS perchè si può mettere sotto qualsiasi materasso della culla, della carrozzina o del lettino. Così sarete più tranquille mentre il bimbo dormirà. Io l'ho comprato in Inghilterra ma si trova su internet e in alcune farmacie. Cercatelo e fateci un pensierino.
Inoltre vi chiedo per favore di legare sempre i vostri bambini in macchina negli appositi seggiolini adeguati all'età e peso perchè troppo spesso vedo neonati in una sdraietta in macchina (sbagliatissimo), bambini in braccio, oppure ovetti ma NON legati!!! Vanno sempre messe le cinture anche per fare 50 metri! Mi raccomando!
Svezzamento

Cappuccio e Cornetto: Ad un certo punto, neanche tanto tempo dopo aver riportato a casa quel fagottino un po' piangente un po' dudududadada, vi ritroverete alle prese con lo svezzamento. Dipende un po' dal pediatra, un po' dalla regione in cui vivete, un po' da se e quando tornate al lavoro, ma  in poco tempo vi ritroverete con delle gengive per lo più sdentate da nutrire con dei papponi che neanche nei vostri peggiori incubi di gastroenteriti. Anche il menù iniziale varia da pediatra a pediatra, ma non mancherà il brodo vegetale, vostro nuovo migliore amico, e il nuovo mantra "si introduce un alimento per volta". Di solito il rapporto iniziale tra nani e cibo non è idilliaco e non ci si dovrebbe stupire, visto la noia anche solo visiva di ciò che gli proponiamo. Ma tenete duro. Non mollate, anche se buttare via piatti che nascondono ore di preparazione è una roba che esaurisce nervi e forze. Con la Gnoma ho patito due settimane in cui le ore pasti rintoccavano col motivetto di Mezzogiorno di Fuoco. E lei non mangiava niente. Ho vinto non sostituendo mai il pranzo col latte (= se non mangi la sbobba aspetti merenda), e mettendo un po' di musica in sottofondo durante il pasto. Io cantavo e non ero più una pazza isterica, lei si distraeva e si divertiva, e tutto è diventato più semplice. Quello che ci tengo a sottolineare però è che quello che sembra un passaggio fondamentale per lui/lei, lo è altrettanto per voi: avere un nano mangiante cibi "normali" è uno dei primi passi per godersi davvero questi gnometti. Dalla crema di riso alla pizza fuori c'è meno strada di quella che immaginate!



Streptococco

Mamma Cì: verso la 28° settimana di gravidanza bisogna fare il tampone per controllare se si ha lo streptococco...non vi allarmate se ce l'avete..il mio tampone era risultato positivo così ho dovuto rinunciare al parto in acqua per evitare l'infezione però è andato tutto bene e mi hanno fatto una flebo con l'antibiotico poco prima del parto..e il piccolo è nato sano! Ricordatevi di fare questa analisi, è importante! fatele sempre tutte!

Comunicazione di servizio e post scriptum domenicale

Visto l'interesse al post precedente, direi che il progetto Mommypedia a breve prenderà il via ufficiale. Seguiranno aggiornamenti e modi di partecipazione, quindi cominciate a pensare a cosa vi sarebbe stato utile quando eravate incinte, in quei primi mesi da mamme, o oggi.. Sono sicura che condividere esperienze e competenze apprese sul campo non possa che aiutare! Visto poi che oggi qui fa freddissimo e c'è un cielo grigiolatte, l'idea di creare un parchetto virtuale dove potersi sedere e chiacchierare e trovare risposte e/o incoraggiamento mi piace ancora di più!

Post scriptum: ieri al supermercato sono stata folgorata. In un angolo ho visto quello che da piccola rappresentava per me LA colazione. La mia passione, la mia chimera, il mio vorreimanonsempreposso. Perchè quando avevo 5 anni, fino ai 10, mio papà, la mogliedimiopapà e mia sorella (non di sangue ma di questo parleremo un'altra volta!) hanno vissuto in Sud America. Andavo a trovarli regolarmente, e stavo con loro a volte anche per molte settimane. E lì al posto della Nutella si mangiava il Dulce de Leche: stessa consistenza della Nutella, ma al gusto Mou. Niente. Una roba irresistibile. Ora è abbastanza conosciuta anche da noi, ma all'epoca era quasi una cosa esotica, e io ne andavo pazza. Per cui trovarla all'Esselunga ieri, come fosse un banale barattolo di miele, mi ha fatto tornare in un attimo una cinquenne golosa, e mangiarla stamattina con C. e la Gnoma (che l'ha voluta a cucchiaiate..) ha dato un nuovo sapore alla colazione domenicale, che è poi uno dei miei momenti preferiti.
Forse dovrei rinominare il blog Cappuccio & Dulce de Leche.



Addicted
J'adore!

1/26/2012

Perchè siamo qui?? Una domanda, quache risposta, una proposta.

Ieri sera, mentre C. dopo avermi coccolata con tonno al sesamo e barbabietole fritte si guardava meritatamente la partita, io giravo un po’ per il Web. Ho letto i miei blog preferiti, ne ho scoperti di nuovi, alcuni bellissimi e che mi hanno rapita, altri meno. E mi sentivo circondata da tutte queste mamme blogger, così mi sono chiesta – ma perché? Perché anche io? Perché anche loro? Non ho LA risposta, ma qualcuna me ne è venuta in mente, ovviamente personalissima e discutibilissima.
Se voi avete il vostro perché e volete condividerlo, ne sarò felice.
Per me il primo stimolo per scrivere su un blog, nella vita premammica, è stato la scrittura. Da sempre scrivo, annoto, leggo, rileggo, cito e comunico scrivendo con me stessa e con parenti e amici. Ho avuto quaderni, diari, ecc. ecc. Poi anni fa ho aperto un blog prima su msn  (troppo ggggiovane anche per me all’epoca!), poi su splinder (r.i.p.), che ora custodisco gelosamente visto che non sono riuscita a importarlo. Alla fine sono arrivata qui, e mi sono sentita più a casa, più libera di comunicare anche con altre persone – diciamo che sono passata dal diario segreto nascosto in camera, al diario di scuola che gira tra i banchi.
Lo stimolo successivo invece, e il più forte, è stato la nascita della Gnoma. E qui c’è il primo perché: da subito ho cercato in rete risposte e rassicurazioni, e credo che molte mamme scrivano o leggano proprio per questo. E penso che alla base ci sia il fatto che nel mondo “reale” manca proprio quella rete che in rete (ahahahaha!!) si trova. La mia famiglia è lontana e con una buona dose di fuso orario a dividerci, la famiglia di C. è più vicina ma è diverso, e comunque per carattere sono più riservati, quindi le mie ansie e preoccupazioni e curiosità e il mio bisogno di sentirmi normale nel delirio di quei primi mesi hanno trovato pace solo online.
D’altra parte una sottile vena di egocentrismo mi spinge a pensare che quello che vivo e sento possa essere interessante/utile per qualcuno, soprattutto per quelle donne che passano o passeranno attraverso quella centrifuga improvvisa che è la nascita di un figlio. Lo stesso motivo per cui investo di parole amiche e conoscenti incinte: perché vorrei davvero che tutto quello che ho sperimentato sulla mia pelle potesse in qualche modo diventare utile per un’altra mamma. Insomma come una Mommypedia ecco, che non sarebbe male. Anzi lancio ufficialmente l’idea, la facciamo????
Comunque, l’idea di base che mi gira per la testa, anche guardando i miei genitori e i miei nonni e come hanno vissuto loro la prole, è che le mamme di oggi vivono la loro mammitudine come un’esperienza straordinaria. Per i miei fare figli era una cosa normale, nascevano, crescevano, uscivano di casa, ecc. Le malattie erano malattie, i capricci solo capricci, le priorità chiare e molto legate alle necessità. Oggi è diverso. Un po’ per il lavoro, un po’ per l’inquinamento, un po’ perché metter su casa è un’impresa. Un po’ per i soldi che sono pochi e non si sa se tra qualche anno avremo euro, dollari, yen o il baratto, un po’ per quello che leggi sui giornali. Un po’ per tutto, ma credo che oggi ci voglia qualche grammo in più di coraggio e tenacia, per fare figli, rispetto a qualche decennio fa. E forse è per questo che rispetto ai miei io mi sento un po’ paranoica e vivo tutto con un’intensità decisamente superiore: le malattie sono esperienze epocali, i capricci un sintomo da analizzare. Magari è anche solo perché sono mamma da “solo” due anni e “solo” di una bimba. Ma insomma, gira e rigira quest’idea mi torna ciclicamente. E non sono ancora riuscita a capire se questa idea mi piace o no.

1/24/2012

Le Mode di Milano

Milano è una città buffa. Ci sono delle mode che arrivano a ondate: tipo, all’improvviso ti trovi circondata da donne col cappello a tesa larga, e fino a ieri se ne vedevi una pensavi fosse una turista londinese o una rocker in pensione. E niente invece adesso spuntano come funghi, sono dovunque: in metro, al bar, all’Esselunga, in via Montenapoleone. Non se lo tolgono mai, pare gliel’abbiano cucito nei capelli, fa molto Borsalino anche se giurerei di averlo visto uguale da Accessorize. Non è che gli stia male, per carità, ma mi fa sempre sorridere come una cosa che fino a ieri veniva additata come bizzarra oggi viene fatta passare per normale. E se le guardi un po’ più a lungo ti squadrano come a sottolineare quanto tu sia fuori luogo, a stupirti per questo accessorio maipiùsenza. Da “straniera” forse me ne accorgo di più: è successo così per gli Ugg, improvvisamente sdoganati come stivale da città anche in primavera che santa pace chissà come ti ritrovi i piedi a marzo dopo una giornata immersi nella pelliccia, è successo così per gli stivali piatti e un po’ cascanti, che dovrebbero avere un libretto per le istruzioni con scritto che se non ti cascano ma aderiscono al polpaccio vuol dire che non puoi per nessun motivo indossarli. Insomma siamo nella città della moda, e da qui nascono i nuovi trend, ci sta – fa solo sorridere quanto siano improvvisi e contagiosi, manco la varicella all’asilo della Gnoma fa così in fretta. E per carità io mica sono immune, anzi – ci sono dei virus che non mi creano anticorpi, tipo scarpe, borse, smalti, bigiotteria. Ma Milano è davvero particolarmente sensibile, ed è buffo perché in realtà ha anche dei canoni estetici rigidi e severi : non è New York o Londra, che puoi metterti quello che vuoi e a nessuno gli si alza il sopracciglio. Qui quando entri in metro vieni passata ai raggi X. Strano non ci sia la selezione all’ingresso come nelle discoteche. E quindi assisti a questi fenomeni un po’ schizofrenici: inizia una moda, in molti – moltissimi – la seguono, e in molti – moltissimi – si condannano a sguardi perplessi e a un discreto abbassamento della propria immagine. Solo le happy few riescono a sopravvivere indenni e strafighe alle mode stagionali. Non essendo io tra quelle, do un consiglio spassionato a tutte le fashion victim: guardatevi allo specchio. Attentamente. Con onestà. E scegliete quello che vi sta bene e che vi piace… “per davvero”, come direbbe la Gnoma!!!!


Ogni nuova moda, ha le sue origini classiche. Da "Casablanca"

1/22/2012

I love my sundays

Ci sono domeniche che non fai niente di che ma vengono fuori proprio bene. Domeniche di sole invernale, di tradizioni che rimetti in piedi perchè ti va e in fondo ne hai bisogno e ti accorgi che ti fa bene al di là di tutte le considerazioni razionali, domeniche di caffè e caramelle, di pranzi, di penniche, di pomeriggio casalingo in tuta, stando comodi in tutti i sensi, a giocare, cucinare, chiacchierare, ridere e cantare.
Domeniche che ti accarezzano e che quando arriva la sera ti accorgi di quanto siano preziose. Domeniche che ti curano le paure, che anche se non te le tolgono le fanno sembrare meno vicine. Domeniche che allontanano le noie e gli sbuffi, che risistemano gli ordini e che ti fanno venir voglia di altro, di ancora. Domeniche in cui sei a casa e ti ci senti proprio, a casa.
E per una che è figlia di generazioni di girovaghi senza pace, sentirsi a casa è un dono raro e prezioso.

Outfit domenicale gnomico: tuta e maglietta H&M, pantofole DuPareilAuMeme

1/20/2012

Pazienza

Oggi la parola del giorno è pazienza. Da Wikipedia: “La pazienza è la facoltà umana di rimandare la propria reazione alle avversità, mantenendo nei confronti dello stimolo un atteggiamento neutro. (…). È la necessaria calma, costanza, assiduità, applicazione senza sosta nel fare un'opera o una qualsiasi impresa.” Mi continua a frullare nella testa.
 Perché ci vuole pazienza con sé stessi, quando la sera alle 22 sei uno straccetto già pigiamato che rantola verso il letto anche se vorrebbe tantissimo vedersi un film col marito. Ci vuole pazienza con la Gnoma, quando vuole giocare e giocare e giocare ancora e se parlo al telefono si arrabbia e mi sgrida; quando vuole leggere ancora l’ennesima favola e la luce deve essere accesa. Ci vuole pazienza con C. che anche lui ha le sue giornate no e deve sopportare le mie tempeste umorali. Ci vuole pazienza in ufficio, che non tutti collaborano, non tutti sono onesti, non tutti sanno e/o vogliono lavorare. Ci vuole pazienza con la famiglia, e con Skype, principale mezzo di comunicazione. E soprattutto ci vuole pazienza per ottenere ciò che si vuole. Tanta, tantissima pazienza: sia per mantenere un atteggiamento neutro, come dice Wiki, sia per imparare ad aspettare che i semi fioriscano.
Sono nata sotto il segno dell’Ariete. Pazienza non era una dote disponibile al momento del corredino. Voglio tutto e subito e se non arriva vado in uno sbattimento che neanche Bill Clinton quando l’hanno beccato con la Monicona. Sembro un leone in gabbia – o un pesce che si agita sul bancone del mercato, a seconda del momento. Se decido una cosa la vorrei nell’esatto istante in cui l’idea si consolida nella mia mente. E no, non succede quasi mai. E quando succede quasi mai è cosa buona.
Perché la verità è che l’attesa ti dà il tempo di riflettere, prepararti, pettinare capelli e idee, costruire piani B e vie di fuga. L’attesa e la pazienza ti permettono di relegare l’ansia a momenti circoscritti, di organizzarti, di comunicare con te stessa e gli altri, di costruire contesti e allestire ambienti.
Insomma, ci sarà un perché se la natura ti fa aspettare nove mesi prima di partorire. Alla fin fine è cosi per un sacco di cose, ed è giusto che sia cosi: ci sono i preavvisi, i promemoria anticipati, i calendari e file excel.  Mi piacerebbe insegnare alla Gnoma l’arte della pazienza, i suoi vantaggi e i suoi perché. Ma mi piacerebbe anche insegnarle a mantenere l’entusiasmo durante l’attesa, a combattere per ottenere quello che vuole senza aspettare interventi divini. Mi piacerebbe darle quello che ho e quello che non ho e non so.
Nel frattempo però mi piacerebbe se non altro imparare ad essere paziente io, a non abbaiare, a non fare drammi, a ricordarmi che è ancora inverno e per la primavera e le fioriture manca ancora un po’.


1/18/2012

Gennaio. Winter time.


Va bene. Gennaio è un mese di rientri, di progetti, di bilanci, di stanchezze e di freddo. Ci sta, ho sempre accusato di più i rientri post-natalizi che quelli post-estate. Perché dopo la Befana ti ritrovi davanti una sfilza di settimane buie e ghiacciate e di ritmi frenetici e poco entusiasmo, senza tregua, finché non riuscirai a ritagliarti qualche giorno di ferie e scappare in luoghi più ameni. Questo lo so e ogni anno mi ci preparo.
Ma quest’anno c’è qualcosa in più. C’è qualcosa che freme per venir fuori, che ha paura di esser lasciato da parte, che non vuole perdere quella preziosità che sa di avere. E c’è un fisico che si ribella, con una congiuntivite che non mi passa probabilmente allergica che mi impedisce di truccarmi dando nuove sfumature al concetto di “oggi non mi sento particolarmente carina”. E c’è un clima in ufficio complicato, da sopracciglia perennemente aggrottate, da situazioni confuse e appositamente non chiarite, da vorrei non vorrei ma se vuoi, un clima di cambiamenti “che forse un giorno ma intanto vediamo poi ti farò sapere”. E ci sono spese da affrontare, lavori (speriamo) da fare, progetti da iniziare e da vagliare.
Insomma c’è un sacco di roba.
Quello che vorrei però ora, quello di cui sento il bisogno è trovare le energie per dedicarmi meglio ai miei Amori. Che mi sembra sempre di essere troppo di corsa. Troppo superficiale. Troppo con la testa in troppe cose, mentre in realtà il cuore è su quelle poche cose che contano e sarebbe bene renderle un po’ più coerenti, questa testa e questo cuore, che se no si incasina anche tutto quello che ci sta intorno. E che così magari il ghiaccio che c'è fuori rimane fuori, e dentro invece splende sempre il sole, che è così poi che dovrebbe essere.



Ice
Sunset





1/16/2012

No è bello

“No no no. Così no è bello”. Questa è la frase-mantra più recente della Gnoma, che dopo due giorni casalinghi causa catarro in ogni dove, ieri pomeriggio era nervosa&frignona, l’accoppiata terribile. E se non fai quello che vuole, lei sgrana gli occhi azzurro cielo, sporge il labbrino inferiore e si acciglia dicendoti: “No no no. Così no è bello”.
E allora lo dico anche io. “No no no. Così no è bello”. Il lunedì no è bello. L’ufficio incarognito no è bello. L’ennesima congiuntivite e un oculista che ti chiede centonovanta euro no è bello. Gli ormoni impazziti e la fame atavica no è bello. I giochetti da asilo per farsi belle davanti ai boss no è bello. Il buco nel muro di casa tua per una perdita nei tubi condominiali no è bello. I tuoi vicini di casa che sembrano interessati solo a farsi la guerra tra di loro invece di provare a creare una comunità, una rete, un ambiente sereno almeno dal portone in poi (cioè la cosa che più manca a Milano) no è bello.
Non ho ancora trovato la soluzione per invertire il mood, ma nel frattempo mi consolo con un cappuccino. Che solo a vederlo e sentirne il profumo, vicino a dei bei fiori colorati, mi si rasserena la fronte.

1/12/2012

Post Beauty. A tratti trash.

Non sono mai stata una di quelle meravigliose donne con la pelle idratata anche sui gomiti, con i capelli sempre a posto anche dopo la palestra, con lo smalto sempre perfetto e con i vestiti sempre impeccabili e adatti al contesto. Ecco, no. Io sono un pò più rustica, come dire. Ho comprato per anni le creme idratanti al supermercato, guardando solo il prezzo. La mia pelle se non fosse per l'idratazione minima sindacale dell'acqua probabilmente si dimetterebbe. Sono sempre un pò di corsa, anche come aspetto. Non indecente, ma insomma, mi aggiro sulla sufficienza, tranne rare occasioni spesso casuali.
Uno dei punti più trascurati poi sono sempre stati i piedi. Da quando sono bambina sono stata costretta da una madre spatentata e senza uomo macchinato a lunghi trasbordi fai da te. E mi piace camminare. Da quando c'è la Gnoma è più una marcia, ma insomma, il concetto è quello. I miei piedi sono stati quindi tarati su lunghe distanze, e su un peso non particolarmente lieve soprattutto durante l'adolescenza. (Che poi del mio miracoloso dimagrimento postgravidanza nonostante la fame atavica parlerò in un altro post). Insomma i miei piedi sono stati maltrattati, da me e anche dalla natura se è per questo, che non li ha resi propriamente belli. Ma quello non si cambia, mentre il livello di cura si. E' che proprio la disciplina del mettilacrema tutte le sere è al di sopra delle mie possibilità. E la spesa mensile dall'estetista è spesso sotto la voce Superfluo - oltre al fatto che anche prenotare un'estetista richiede una certa disciplina.
Insomma, mi sono ritrovata con dei piedi che potevano fare a gare con le gomme di un fuoristrada. E non è bello.
Poi un giorno una mia collega mi ha parlato di Footner, e io ho provato.
Il trash arriva ora: queste due innocue calze esfolianti, indossate per 60 minuti, trasformano i tuoi piedi nel giro di 5 giorni in dei serpenti che cambiano pelle. Letteralmente. La vecchia pelle cade, a tocchi. Come dire, un calzino di pelle vecchia che si sfila. Da morì. Trashissimo. Ho girato con i piedi coperti in casa per giorni, neanche C. ha visto. In palestra ho strisciato come un bruco per paura che pensassero ad una malattia virale e mi spedissero in quarantena.
Ma vi giuro. Ora posso gareggiare con la Gnoma in morbidezza. Un'esperienza entusiasmante. Sono basita. E se ha funzionato sui miei piedi, non può fallire nessuna impresa.
Se non siete incinte, se non avete graffi o infezioni o cose strane, provatelo. E' una folgorazione.

1/10/2012

Le porticine. E le Amiche.

Ci sono dei giorni in cui le Amiche sono fondamentali come l’ossigeno.
Giorni in cui ti dimeni come un’anguilla sul bancone del mercato. Giorni in cui pensi di non avere tanto tempo, di dover prendere decisioni, dare svolte o impronte più decise, in cui senti di avere tra le mani qualcosa di speciale che potrebbe scivolar via se non ti ci dedichi con un po’ di ardore. Quei giorni in cui la tensione tra ciò che sei e ciò che vorresti essere è un baratro di dubbi e di altalene tra il si e il no con momenti di lunghi forse.
E in uno di questi giorni di ansietta serpeggiante un’Amica particolarmente saggia ti scrive che le porticine che vedi da lontano e che ti attirano come sirene tra le onde in tempesta sono importanti ma non necessariamente dilanianti, perché “potrebbero anche rimanere tali per sempre. Servono in momenti come questi. (..).Questa è una porta e va coltivata, alimentata e amata. Poi chissà”.*


C’è che ha proprio ragione.
E c’è che forse questa è la stagione del coltivare. Poi chissà.



*thanks U.!

1/08/2012

Back to reality

La domenica che segna la fine delle tue due settimane di ferie natalizie non è mai una domenica semplice. Soprattutto se a Milano splende un sole caldo in un cielo azzurro da far male agli occhi. Soprattutto se la Gnoma è in forma e ride e chiacchiera e ti abbraccia, e soprattutto se C. ti cucina cenette prelibate e sta con te tutto il giorno da 14 giorni. Ma così è. Domani si torna in ufficio.
E va bene che avere un ufficio in cui andare di sti tempi è una gran fortuna, e va bene che non è una miniera ma un lussuoso ufficio in centro città, e va bene che la mia collega dirimpettaia è una mia amica. Ma lavoro è lavoro. E' quella cosa che oltre a darmi uno stipendio e qualche soddisfazione di tanto in tanto, mi tiene lontana dalla Gnoma, da casa, dalle mie passioni segrete. E' quella cosa che in certe giornate ti atrofizza i neuroni, ti appiattisce, ti ingabbia, ti strema e ti snerva.
Ok. Va bene. Cercherò di vedere il bicchiere mezzo pieno, cercherò di resistere alla sindrome milanese del lavoro sempre comunque a qualsiasi ora e a qualsiasi latitudine. Ce la posso fare.
Il mio sistema per farcela è concentrarmi su progetti positivi. Miei.
Uno, è per ora segreto e condiviso solo con C.
Gli altri hanno a che fare con spazi, Gnoma, con la forma fisica e quella spirituale. Con l'ordine e con la cura. Con la cucina e con la lettura.
E poi, inizieremo a pensare alle prossime vacanze, tanto per non perdere l'abitudine.

1/03/2012

Viaggio fotografico nelle nostre vacanze natalizie!

Dai viaggi al look gnomico, dai botti a piazza Navona. Questo è stato il nostro Natale. E ci è piaciuto un bel pò.

La Fontana e gli Azzurri. Solo a Roma così.

La nostra compagnia durante la cena romantica a due, un attimo prima del diluvio.

Le Puntarelle. J'adore

Le Lenticchie. Una lenticchia = Un Euro andrebbe benissimo.
Irresistibile Gnoma in rosso natalizio!
(vestito Name-it, body Petit Bateau, calze H&M)

Stelle Luminose. Nel tentativo di superare la paura gnomica dei botti.

Tombola! Io, ambo e tombola. Buon inizio!

On the way back.

La salvezza durante i nostri numerosi viaggi, brevi - lunghi o lunghissimi.

1/02/2012

Il vero Capodanno

Rieccoci qui. Yes, we're back.
Perchè il vero Capodanno è oggi. E' quando fai le lavatrici, la spesa e ricominci a cucinare dopo una settimana di vizi familiari. E' quando ricominci a pensare a quello che in una settimana avevi trasformato in una remota nebbiolina di fondo, è quando sul tavolo ricominciano a spuntare le liste delle cose da fare. E' quando rientri in casa e comunque sei contenta di ritrovare i tuoi spazi, per quanto piccoli, i tuoi colori e i tuoi odori, per quanto conosciuti.
Persino Milano ha una sua poesia, in un duegennaioduemiladodici di pioggia, buio e lento ritorno a ritmi meno festosi/vacanzieri/nullafacenti/familiari o quel che è.
Adesso tra un maglione da ripiegare e una verza da cucinare, sistemiamo anche le ondate di affetto dei nonni alla Gnoma e viceversa, il lusso di una mattinata di shopping e di una cena a due, la bellezza struggente e quasi sfrontata di Roma che ad ogni angolo mi regala qualche ricordo, soprattutto da quando ci passo con la Gnoma, e siamo pronti per riordinare le idee e i buoni propositi con la buona volontà tirata a lucido.
Intanto, i nostri occhi sono ancora tersi e puliti, e festosi e allegri, come il cielo romano visto da quel tripudio di tradizioni e magia e zucchero filato che è piazza Navona.

Piazza Navona, IL Natale
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